Scultore e pittore italiano, Antonio Canova nasce il 1° Novembre del 1757. Massimo scultore esponente del Neoclassicismo, è anche considerato l’ultimo grande artista della scultura italiana. Canova ebbe prestigiosi committenti, dagli Asburgo ai Borbone, dalla corte pontificia a Napoleone, realizzando per essi le sue opere più note come Amore e Psiche, Teseo sul Minotauro, Adone e Venere, Le tre Grazie, la Paolina Borghese e la Venere Italica.
Antonio Canova nasce a Possagno, vicino a Treviso, nel 1757, in una famiglia benestante di scalpellini, pratici d’architettura e proprietari di cave. Rimase precocemente orfano di padre, tanto che venne affidato al nonno paterno, Pasino, abile scalpellino e capomastro, che gli insegna i primi rudimenti del mestiere. Poiché il giovane Antonio dimostra una dote eccezionale per la scultura, nel 1768 venne mandato a condurre il proprio apprendistato a Venezia.

L’esordio tra Venezia e Roma
In contemporanea al suo apprendistato veneziano, frequenta studi di importanti scultori e la Pubblica Accademia del Nudo, realizzando nello stesso tempo le sue prime opere che gli danno in breve tempo una certa notorietà nell’ambiente artistico. Di questo periodo ricordiamo le opere a carattere classicheggiante Orfeo ed Euridice, Apollo, Dedalo e Icaro. Fu un talento precoce, tanto che già a diciotto anni si mette in proprio per aprire una bottega tutta sua. A ventidue anni, si trasferì a Roma, all’ora capitale dell’arte e della cultura italiana nel XVIII secolo, dove frequenta le scuole di nudo dell’Accademia di Francia e del Museo Capitolino.
Qui studiò le opere dei grandi e confrontarsi con i principali artisti di una corrente artistica che in quegli anni si stava affermando, ovvero il Neoclassicismo. Agli artisti romani, aggiunge lo studio della scultura antica e un ritorno al mondo classico, conosciuto attraverso un viaggio nel 1780 a Pompei, Ercolano e Paestum. L’influenza degli ideali neoclassici, si rese evidente già nelle opere Teseo e il Minotauro e nella serie di sculture a soggetto mitologico come Amore e Psiche, Venere e Adone, Ercole e Lica, Le Tre Grazie, che gli regalano fama internazionale.
Il periodo di successo
Le opere di Canova si contraddistinguono per l’eleganza delle forme, per la bellezza e la semplicità delle sue figure. L’artista infatti abbandona i drappeggi eccessivi e lo sfarzo delle opere barocche, spoglia la figura umana di tutti gli orpelli per restituirla in tutta la sua purezza al fine di ricavarne la sua essenza nel candore del marmo. Questo perchè fu grande ammiratore del mondo ellenico e cultore della mitologia greca. Quando era al lavoro infatti, nel suo studio c’era sempre qualcuno che aveva il compito di leggere storie tratte dai classici del mondo greco.
In pochi anni diventa una delle personalità di spicco dell’arte romana, tanto che acquista un palazzo nel cuore della capitale, il Palazzo Canova, che diventa presto meta di artisti e personaggi importanti dell’epoca. Nel frattempo, quando i Francesi occuparono Roma, decise di lasciare la città per far ritorno nel suo paesino d’origine, dove si dedica alla pittura come piacere personale, realizzando in soli due anni molte tele, oggi custodite nel Museo allestito nella sua casa natale a Possagno. Nel 1800 fa ritorno a Roma e si stabilisce in Piazza di Spagna insieme al fratello Giambattista, che diviene suo segretario.

L’epoca napoleonica
Nel 1804, Napoleone, all’apice del suo successo, chiese a Canova di diventare il ritrattista ufficiale imperiale. Lo scultore italiano rifiutò, realizzando comunque per il sovrano bellissime opere e alcuni ritratti dei suoi familiari come il Napoleone, rappresentato come personificazione di Marte Pacificatore, i busti dei Napoleonici, il marmo di Letizia Ramolino, quello di Maria Luigia, e l’iconica scultura allegorica di Paolina Bonaparte, ispirata alla Venere Vincitrice. Paolina è distesa su cuscini con il busto semieretto e nudo, mentre le parti scoperte sono ricoperte di cera rosata per conferirle un’aspetto umano. L’opera ha una freddezza tipicamente neoclassica dovuta allo schema compositivo precisissimo.
Con la fine dell’epoca napoleonica Canova ritorna a Roma. Le opere di questo secondo periodo romano evidenziano un cambiamento nello stile dell’artista, caricando di una maggiore rappresentazione emotiva le sue opere avvicinandosi alle nuove tendenze romantiche. Sono di questo periodo la Maddalena, il Compiano sul Cristo morto, il Monumento Stuart e Venere e Marte.

Federica.
Meraviglioso
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Le sue opere mi incantano.
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