Il 6 Marzo del 1475 nasce a Caprese presso Arezzo, il famosissimo artista Michelangelo. Fu scultore, pittore, architetto e anche poeta. Culmine della civiltà rinascimentale, celebrato come il massimo genio del suo tempo, ne rappresentò anche la drammatica conclusione.
Crebbe a Firenze, e avviato dal padre agli studi umanistici, sotto la guida di Francesco da Urbino, dimostra una forte inclinazione al disegno. Seguì questa sua passione tanto da diventare allievo nella bottega di Domenico Ghirlandaio, compiendo i primi passi come scultore.

Gli esordi alla corte di Lorenzo il Magnifico
Si trasferì nel Giardino di San Marco, una libera scuola di scultura e di copia dell’antico che Lorenzo de’ Medici aveva istituito nei giardini di San Marco. Qui eseguì le sue prime sculture come la “Battaglia dei Centauri” e la “Madonna della Scala“.
Notato da Lorenzo il Magnifico, Michelangelo venne accolto nel suo palazzo dove entrò in contatto con una raffinata cerchi di intellettuali e artisti che animavano la corte. Furono soprattutto i grandi pensatori umanisti, che ebbero modo di arricchire e influenzare l’operato di Michelangelo.

L’attività artistica tra Roma e Firenze
Ma nel 1494, con la cacciata dei Medici da Firenze, si diresse a Roma dove scolpì i suoi grandi capolavori, tra cui la Pietà Vaticana. Dopo 7 anni, tornò a Firenze, dove realizzò il famosissimo David in marmo, collocato all’ingresso di Palazzo Vecchio. Questa scultura divenne l’emblema degli ideali civili, perché fu simbolo della Seconda Repubblica e dell’uomo libero e artefice del proprio destino.
Successivamente, l’artista rispose a varie commissioni private. Fra esse quella per il Tondo Doni, per i signori Doni e gli affreschi della sala del Maggior Consiglio per il gonfaloniere Soderini, nel quale riprodusse la Battaglia di Cascina.

L’impresa della Cappella Sistina
Michelangelo tornò a Roma alla corte di Giulio II della Rovere, ambizioso pontefice intenzionato a restituire alla città eterna lo splendore antico. Qui l’artista affrontò la titanica impresa pittorica della volta della Cappella Sistina, portata a termine dopo quattro anni di lavoro duro e solitario.
Realizzò una complessa intelaiatura di cinquecento metri quadri, nel quale si dipanano le storie dell’Antico Testamento con le eroiche figure dei personaggi dell’antichità biblica e pagana. Essa rappresenta la piena espressione degli ideali artistici del Rinascimento affidati a un’interpretazione neoplatonica della Genesi.

Il Giudizio Universale e i progetti architettonici
Dopo un breve periodo a Firenze sotto il servizio dei papi Medici, Leone X e Clemente VII, l’artista si stabilì definitivamente a Roma, fino alla sua morte. Qui per volere di Papa Paolo III Farnese, si impegnò in maniera esclusiva al progetto del Giudizio Universale, un affresco sull’altare di fondo della Cappella Sistina.
Inoltre si dedicò a imponenti progetti architettonici e urbanistici come la sistemazione di Piazza del Campidoglio, i progetti per Porta Pia e la chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Divenuto in seguito responsabile della Fabbrica di San Pietro, progetto la cupola e ne avviò l’edificazione.

Ultimi anni di vita
Negli ultimi anni di vita, tornò a meditare sul tema della Pietà realizzando disegni e diverse sculture come la Pietà Rondanini. Questa tematica arrivò in corrispondenza alla meditazione insistita sulla fragilità umana e sulla morte.
Dopo la morte di Michelangelo, avvenuta il 18 febbraio 1564, trasferirono il suo corpo a Firenze. Qui vennero allestite le esequie nella chiesa di San Lorenzo, dagli artisti dell’Accademia delle arti del disegno, istituita dal duca Cosimo I de’ Medici.
Federica.